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C’era una volta…
…un piccolo grande, forse sarebbe meglio dire “grosso” Editore, che, festeggiando i suoi quarant’anni di passioni, di sogni, di lotte e di scoperte, aveva deciso di creare un libro, colorato come un arcobaleno, per far tornare bambini i suoi sapienti lettori. C’era una volta un Disegnatore sapiente, che, dopo aver dato vita con la sua matita magica a ogni forma di animale esistente sulla terra, aveva avvertita irresistibile la tentazione di allestire con i suoi fogli bianchi un segreto serraglio degli esseri fantastici, compositi e mostruosi, che abitavano nella sua mente. C’era una volta un immortale Autore secentesco, reso eterno dalla fama scintillante dei suoi morali, poetici animali, che, invidiando allo spasimo un suo geniale nipote novecentesco, capace di congegnare centomila miliardi di poesie in poche pagine, avrebbe cercato di scoprire un marchingegno per scrivere, almeno, qualche miliardo di fiabe. Oppure, forse: c’era una volta un grande piccolo Editore che disegnava le anatomie improbabili di immaginari animali, con testa di scimmia, corpo di pesce e zampe di uccello. Oppure, ancora: c’era una volta un virtuoso Disegnatore che componeva storie, ritagliando in piccole strisce le pagine di un libro e ricomponendole secondo il suo gusto. Oppure, chissà: c’era una volta un Autore passato, che propose a un editore del futuro di stampare un sorprendente volume-gioco che permettesse a lettori curiosi di giocare a costruire, insieme a lui, variopinti mondi di parole. Concepita dalla visionarietà utopica dell’infaticabile Editore Giorgio Devoto, ornata dalle sorprendenti invenzioni grafiche di Guido Zibordi, generata dall’impossibile unione tra i versi favolosi di Jean de La Fontaine (la cui complicità è stata rubata dalla duttile genialità di Nicola Ferrari) e gli automatismi combinatori di Raymond Queneau, la nascita dei Sei miliardi di poesie da favola, pubblicazione celebrativa dei quattro decenni di attività delle Edizioni San Marco dei Giustiniani (1976-2016), si potrebbe raccontare come una favola, anzi, meglio: come tante diverse favole. Una per ogni lettore, che può comporla a sua volontà, proprio come, riordinando a sua volontà le mobili pagine di questo stravagante, mobilissimo libro, può creare storie sempre nuove, fare incontrare la cicala con il corvo, osservare la formica a spasso con la volpe, cogliere l’insegnamento di imprevedibili o improbabili morali. La presentazione di questo serissimo gioco in forma di libro (o divertentissimo libro in forma di gioco) dedicato alla lettura, come intima e divorante passione ma soprattutto indomita e rigenerante attività, sperimenterà con il pubblico gli effetti di un vertiginoso, creativo confronto con le possibilità di mutazione, con le indefinite potenzialità di cambiamento e rinnovamento, che ogni testo contiene ma di solito nasconde: montando e rimontando, a suo piacere, le parole delle favole. Oppure: staccando e incollando in creature immaginari disegni di animali sapienti. Oppure ancora: Riccardo Dapelo (live electronics) e Alice Quario Rondo (voce), in una versione minima della Abstract Liquid Arkestra, si lanceranno in una esplorazione vertiginosa e ironica delle possibilità combinatorie e surreali delle parole del libro, intese nella loro dimensione sonora, collegandosi ad una prassi che va da Cathy Berberian a John Cage, senza trascurare l'indimenticabile Demetrio Stratos. Una “macchina per poetare” ma anche cantare, sussurrare, salmodiare, frammentare gli “infiniti possibili” (come li definiva Luigi Nono), usando il computer come una sorta di specchio de/formante tras/formante della voce umana. |